Situata nella zona di Trastevere, in piazza Sonnino, sorge la Basilica di San Crisogono. Attualmente la chiesa si presenta, agli occhi del visitatore, con la monumentale facciata barocca, eseguita per volontà del cardinal Scipione Borghese, del quale sono visibili i simboli dello stemma, aquila e dragone.

San Crisogono è una delle più antiche strutture ecclesiastiche romane. Durante il sinodo del 499 d.C., nell’elenco dei firmatari partecipanti, figurano anche tre presbiteri appartenenti al titulus Crysogoni che, solo nel 521-525 verrà menzionato come titulus Sancti Crysogoni in due iscrizioni sepolcrali rinvenute nel cimitero di San Pancrazio.
Esattamente come altri numerosi casi a Roma, si definisce titulus una struttura ecclesiastica dell’epoca post-costantiniana sorta presumibilmente su un terreno o su un edificio lasciati a disposizione della comunità dallo stesso proprietario. In questo caso, è molto probabile che Crisogono fosse il proprietario della domus databile alla seconda metà del II secolo d.C., e ingrandita nel IV, individuabile dall’analisi delle murature relative alla chiesa sorta poi nel V secolo d.C.
Solo in un secondo momento il suo nome sarà assimilato al nome di un santo, tra l’altro non romano. Nel VI secolo d.C. il Martirologio Geronimiano nomina infatti un martire Crisogono, la cui festività era celebrata a Roma, ma è necessario ricordare la sua origine era aquileiese (fu martirizzato sotto l’imperatore Diocleziano tra il 304 e il 305 d.C. proprio ad Aquileia).
Pur essendo presenti, dunque, alcune incertezze riguardanti le fonti e l’attribuzione del titulus, a Trastevere sorse questo magnifico complesso.

La primissima struttura doveva essere composta da un’unica navata ed era posta a un livello inferiore rispetto a quella attuale. Gli ambienti relativi sono visitabili e conosciuti comunemente come “sotterranei di San Crisogono”, definizione generica per intendere un complesso molto più articolato.

Percorrendo la scala in discesa, il primo elemento visibile è di forma semicircolare e si tratta dell’antica abside, affiancata da due ambienti: il secretarium, usato per depositare le vesti sacre, ricoprendo una funzione simile a quella dell’odierna sacrestia, e il battistero, nel cui interno è osservabile una struttura esternamente esagonale e internamente circolare, in cui veniva praticato il battesimo per immersione.

In quest’ultima stanza sono presenti anche altre strutture, con un sistema di tubature e una fogna con copertura a cappuccina, elementi che avrebbero fatto pensare a un precedente utilizzo dello spazio come fullonica, ovvero una bottega dedicata alla lavorazione dei tessuti, in particolare la loro tintura.
L’antica abside, ricoperta con lastre marmoree, solo nel VI-VII secolo d.C. accoglierà invece alcuni affreschi, di cui rimangono frammenti di tendaggi o velaria.
Nell’VIII secolo, sotto papa Gregorio III (731-741), si registra un intervento consistente: sono ridipinte le pareti dell’aula basilicale. Nell’ambiente absidale è possibile osservare frammenti di affreschi relativi ai tre santi Crisogono, Rufino e Anastasia, relativi a questo periodo.
Inoltre, per collocare l’altare sopra le reliquie del martire, imitando perciò il modello della basilica Vaticana, il pontefice fece costruire un podium con cripta anulare all’interno dell’abside, modificando completamente la struttura originaria. Si tratta di una delle prime testimonianze di questo genere che, solitamente, risalgono al IX secolo d.C.
Nel X-XI secolo la parete settentrionale dell’aula viene affrescata con le storie di alcuni santi, ormai in uno stile tipicamente medievale: ritroviamo San Benedetto che opera la guarigione del lebbroso, il salvataggio di San Placido, San Pantaleone che guarisce il cieco e la cattura del drago da parte di papa Silvestro.

 

 

 

Nel 1123 circa la chiesa inferiore viene abbandonata e comincia la costruzione della chiesa superiore, di poco spostata rispetto alla struttura inferiore. Nel 1126 sorge il campanile romanico, strutturato su 5 piani, mentre il cantiere prosegue.
La basilica venne edificata diversamente, su tre navate suddivise da colonne di riutilizzo, mentre il pavimento fu realizzato in stile cosmatesco.

Conosciamo la facciata da incisioni antiche: sappiamo che era preceduta da un portico che introduceva verso un unico ingresso e che vi erano tre finestre, di cui quella centrale a forma di mandorla. Venne inserito il transetto sopraelevato, mentre il soffitto era invece a capriate. Al centro del tamburo ancora si conserva la rappresentazione musiva della Vergine con il Bambino tra i SS. Giacomo e Crisogono, forse opera di Pietro Cavallini e della sua bottega.
L’ultimo grande rifacimento fu quello attribuito al cardinal Scipione Borghese nel 1602 – di cui si è già citata la facciata – il cui aspetto si è conservato fino ad oggi. Il soffitto venne rimordenato, accogliendo al centro la “Gloria di San Crisogono” copia del dipinto del Guercino rubato nel 1808, mentre furono aperte le cappelle laterali che accolgono numerose opere. La più famosa è certamente la cappella del SS. Sacramento, realizzata da Gian Lorenzo Bernini (1627 o 1641).
Si scelse, infine, la basilica di San Crisogono per conservare le spoglie della Beata Anna Maria Giannetti Taigi (1769-1837), beatificata dal pontefice Benedetto XV nel 1920.
La basilica di San Crisogono si configura perciò come un perfetto esempio di stratificazione archeologica che caratterizza la città di Roma, da visitare e comprendere per poter apprezzare e valorizzare la nostra storia.

 

 

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